La Chiesa di Santa Maria del Sepolcro in Potenza

 

 

La Chiesa di Santa Maria del Sepolcro venne fatta costruire con tutta probabilità dal potente ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro, meglio noti come Templari, il cui compito era quello di assistere i pellegrini diretti in Terra Santa.

 

Il Casale del Santo Sepolcro venne costruito a nord di Potenza, all'incrocio tra la via Erculea e la via Appia Nuova, vie di passaggio dei pellegrini diretti a Gerusalemme, in una zona denominata Santa Maria.

 

Nel 1312 soppresso l'ordine dei Templari, il Casale con annessa Chiesa passò sotto la giurisdizione del Vescovo di Potenza, Guglielmo, che se ne prese cura e vi aggiunse la denominazione "Santa Maria" forse per l'esistenza nella zona di una cappella o icona dedicata alla Madonna oppure per ingraziarsi gli abitanti del posto.

 

Quando Alfonso d'Aragona assegnò il feudo di Potenza ai Conti De Guevara, questi cambiarono radicalmente volto all'intero territorio e intrapresero nel 1488 la ristrutturazione dell'antica chiesa alla quale affiancarono un convento, affidato all'Ordine dei Francescani.

 

Nel 1656 il Vescovo di Potenza, Mons. Claverio, fece costruire uno pregevole altare barocco sulla parte destra della navata della Chiesa, con al centro un tabernacolo dove solennemente ripose la reliquia del Preziosissimo Sangue:  una zolletta di terra imbevuta del Sangue di Cristo.

 

Esternamente la Chiesa è preceduta da un portico con tre archi, ciascuno con stipiti, capitelli e archivolto in pietra lavorata.

La facciata presenta un grande oculo centrale, in origine era affiancata da un campanile, purtroppo frettolosamente demolito nel 1959.

 

L'ingresso principale della Chiesa è costituito da un bel porticato con semplici modanature in pietra, sormontato da una lunetta con un affresco seicentesco rappresentante la Deposizione, racchiuso in una cornice di gusto gotico-catalano.

 

L'interno della Chiesa è a due navate, quella laterale sinistra fa parte di un successivo ampliamento del XVII secolo, a cui risale anche lo splendido soffitto a cassettoni in legno policromo intagliato e dorato, fatto realizzare dal Vescovo Claverio.

 

Uno degli aspetti più interessanti della Chiesa di Santa Maria del Sepolcro è costituito dai caratteristici motivi architettonici gotico-catalani:  è possibile apprezzarli nell'arco trionfale, che presenta partizioni in pietra accompagnate da motivi floreali e zoomorfi, ed anche nell'abside a pianta poligonale con sottolineature in pietra agli angoli e volta a lunette.

Alla fine degli anni '60 la facciata della Chiesa fu riportata allo stile originario con un pronao a tettoia spiovente e tre archi a tutto sesto.

Contemporaneamente a questi lavori venne edificato l'attuale convento della fraternità francescana dei minori.

Nel 1984 venne data una nuova e suggestiva sistemazione al presbiterio grazie all’opera di Padre Tarcisio Manta, ofm.

 

La Chiesa custodisce alcune pregevoli opere d'arte, tra queste:

-        l’Immacolata con San Francesco d’Assisi e San Rocco, risalente alla seconda metà del XVI secolo, di scuola raffaellesca, che ritrae la Vergine dolcemente avvolta in una mandorla di nubi e luce;

-        la Madonna delle Grazie del 1582, assai verosimilmente opera di un artista locale di vena manieristica, raffigurante la Vergine al centro con il Bambino Gesù e il piccolo Giovanni Battista, ai lati San Francesco d'Assisi e San Patrizio Vescovo;

-        l'Adorazione del Pastori, risalente al XVII secolo, opera di Giovanni Ricca, tela di gran pregio artistico la cui vera protagonista è la luce che fa emergere dalla penombra le immagini della Sacra Famiglia e dei due angioletti. 

 

Di recente, la Chiesa, già adorna di stupende ed importanti opere d'arte, si è arricchita di una statua lignea di pregevole fattura dedicata a Santa Maria del Sepolcro e di una rappresentazione del "Cristo velato", impegnativa opera dell’artista altoatesino Helmut Perathoner che, sul modello ideato a metà settecento dal Sanmartino e grazie alla sua spiccata sensibilità artistica, ha saputo incredibilmente rappresentare il corpo senza vita di Gesù ricoperto da morbide coltri dalle quali traspare la sofferenza profonda vissuta dal Signore.